Cose l’ICE Wine? 🥶

ICE wine
ICE wine
ICE wine di wine food rec

Oggi vi parlo dell’ #icewine ! 👇😁

L’icewine 🥶 è un tipo di vino dolce prodotto da uve congelate mentre sono ancora sulla vite.

Gli zuccheri e gli altri solidi disciolti non si congelano, ma l’acqua lo fa, permettendo di ottenere un succo di uva più concentrato.

L’icewine ha una dolcezza elevata e una spiccata acidità che lo rende particolarmente affascinante. È considerato uno dei vini più rari e costosi del mondo, ed è prodotto in poche zone del mondo, soprattutto in Germania, Austria, Canada e Italia. Alcuni dei vitigni più usati per l’icewine sono Riesling, Vidal, Cabernet Franc e Pinot Noir.

Come matura un grappolo d’uva? Fasi fenologiche 🤔🍇

Come matura un grappolo d'uva? Fasi fenologiche 🤔🍇

Oggi vi porto in vigneto per scoprire le principali fasi di accrescimento del grappolo.🍇🍷🍾 💮 Dopo la fioritura, i piccoli chicchi d’uva del grappolo affrontano un delicato processo di accrescimento, infatti la prima fase di accrescimento si chiama allegagione dove vi è uno sviluppo cellulare dell’acino. Dopo questa prima fase, la vite entra nella seconda fase di sviluppo del grappolo, cioè l’invaiatura, qui l’acino comincia ad accumulare zuccheri, acqua, antociani (per le varietà a bacca nera), flavoni (per le varietà a bacca bianca) e aromi. Infine, l’uva raggiunge la maturità fisiologica, tecnologica, fenolica e aromatica. Scrivetemi nei commenti se volete sapere altre informazioni. Ciao!!

🤔Vino Biologico: cos’è?

Vino biologico: cos'è?
Il nostro social Post:
 
🤔Avete mai fatto caso che sempre più spesso, tra gli scaffali di enoteche, supermercati e degli store online si vedono dei vini etichettati come👇
🌱 “prodotto bio”?🌱
🤔 Vi siete mai chiesti come si fa ad ottenere questa certificazione e se davvero questi vini siano differenti da quelli tradizionali?
😁Cerchiamo di fare chiarezza!🍷
❤️Video su YouTube canale “wine&food rec”
#organicwine
#vinobiologico #winetime #winelovers #vino #bio

Benvenuti in un nuovo video di Wine&food rec. Avete mai fatto caso che sempre più spesso, tra gli scaffali di enoteche, supermercati e degli store online si vedono dei vini etichettati come “prodotto bio”? Vi siete mai chiesti come si fa ad ottenere questa certificazione e se davvero questi vini siano differenti da quelli tradizionali? Cerchiamo di fare chiarezza!

Il vino bio, per essere etichettato come tale, deve seguire un rigoroso processo produttivo: tutte le fasi della produzione, infatti, a partire dal vigneto e fino all’imbottigliamento, devono rispondere a determinati requisiti. In europa, alcuni regolamenti come l’848 del 2018 (che ha sostituito il precedente 834 del 2007) ed altri regolamenti, forniscono delle linee guida ai produttori per le tecniche di coltivazione e di vinificazione. Il rispetto di tali regole viene poi certificato da enti autorizzati direttamente dal ministero delle politiche agricole e forestali, al fine di contrastare frodi e garantire la trasparenza al consumatore finale.

Ma quali sono queste linee guida? In particolare, per ottenere la certificazione bio in etichetta, i regolamenti prevedono:
*l’eliminazione di agrofarmaci con principio attivo derivato da molecole di sintesi chimica per la protezione del vigneto, preferendo come alternativa ad esempio tecniche di protezione del vigneto con “antagonisti” dei patogeni e degli insetti dannosi, che limitano i danni da essi causati.
*il rispetto dell’ambiente circostante e il mantenimento della fertilità dei nostri terreni; solo in questo modo infatti si può garantire il corretto funzionamento dell’ecosistema e contemporaneamente si preserva il suolo per le generazioni future.
Anche in cantina, il regolamento UE n.203 del 2012 impone delle rigide regole: è importante limitare al minimo (o evitare) l’uso di solfiti, le cui soglie massime sono fissate ai 100 mg/L per i rossi e 150 mg/L per i bianchi; vanno inoltre utilizzati solo coadiuvanti enologici certificati bio, e soprattutto vinificare solo uve anch’esse certificate bio.

Dunque, da ora in poi, sapete che la certificazione bio è il frutto di un grande lavoro di persone che si impegnano al massimo, non senza difficoltà, affinchè il prodotto finale non abbia elementi pericolosi, nel totale rispetto dell’ecosistema.
Bene, siamo alla fine del nostro video, se vi è piaciuto ricordate di mettere like e di iscrivervi al nostro canale, oltre a seguirci sulle pagine instagram e facebook “Wine&Food rec.”
Al prossimo video, ciao!

🍷 I lieviti nel vino 🍺🍞

😁Oggi cercheremo di approfondire uno degli aspetti fondamentali della produzione del🍷 #vino: il ruolo dei #lieviti .
Cosa sono? Come si utilizzano in cantina?
👇👇👇👇
Come moltissimi di voi sapranno, il vino si ottiene a partire dal mosto (il succo degli acini d’uva).
Questo liquido, molto zuccherino, si trasforma pian piano, per mezzo della #fermentazione alcolica, in vino.
🤔🤔Ma cos’è la fermentazione?
✅La fermentazione è quel processo che converte gli zuccheri del mosto in alcol e anidride carbonica.
Questa trasformazione avviene grazie a dei microscopici organismi: i lieviti.
I lieviti sono utilizzati non solo nella produzione di vino, ma anche nella panificazione🍞 e nella produzione di altre bevande alcoliche.🍺

I lieviti, che appartengono alla famiglia dei funghi, sono presenti già naturalmente sulle bucce degli acini.
Ma i lieviti non si limitano a produrre alcol: grazie alle proprie caratteristiche,
infatti, ogni ceppo può conferire degli aromi e dei sapori caratteristici al vino.
Questi sapori però non sono sempre gradevoli; ecco perchè quindi è fondamentale da parte dei produttori monitorare costantemente,
grazie a continue analisi, la loro proliferazione. In genere, per vini più caratteristici,
si tende a usare i lieviti già naturalmente presenti sugli acini; per vini meno legati al territorio di produzione,
invece, si utilizzano dei lieviti selezionati, che permettono un maggiore controllo sui composti indesiderati.

Siamo arrivati alla fine del nostro video, se avete altre curiosità, scriveteci nei commenti.
Ricordatevi di mettere mi piace al video e di iscrivervi al nostro canale YouTube.
Al prossimo video ciao!

🤔 Vendemmia 2021| Com’è stata?! 🤔 | Wine&Food rec.

vendemmia 2021
Il nostro social Post:
 
🤔 Vendemmia 2021, com’è stata?! 🤔
👉Nel video di oggi parleremo di vendemmia🍇, dato che ormai si è da poco conclusa in tutte le regioni🚜 italiane.
👉Quali condizioni determinano un buona o una cattiva annata?
🤔 Come sarà il vino prodotto da questa vendemmia del 2021?
💪Andiamo ad analizzare tutti questi aspetti!💪
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️

Testo del video:

Salve a tutti e benvenuti in un nuovo video di Wine&Food rec. Nel video di oggi parleremo di vendemmia, dato che ormai si è da poco conclusa in tutte le regioni italiane.
Quali condizioni determinano un buona o una cattiva annata?
Come sarà il vino prodotto da questa vendemmia del 2021? Andiamo ad analizzare tutti questi aspetti!

Nell’etichetta dei nostri vini preferiti, quasi sempre troviamo l’indicazione dell’annata di produzione.
Questa informazione è riportata in modo chiaramente visibile, ed è molto utile soprattutto ai più esperti,
per capire sin dall’inizio quali saranno le caratteristiche del vino.
Ogni annata, infatti, è diversa e costituisce una sfida nuova per i produttori,
che si trovano a dover fronteggiare delle condizioni che variano di anno in anno e che
influenzano inevitabilmente l’abbondanza e la qualità della vendemmia. Ma quali sono queste condizioni?
Tra le più importanti vi sono: la quantità e la frequenza delle piogge precipitate durante l’anno,
le temperature e l’esposizione al sole, gli eventi metereologici straordinari come grandinate e gelate tardive.

Le piogge, ad esempio, se troppo esigue possono limitare l’accrescimento degli acini, se troppo abbondanti possono favorire,
al contrario, la formazione di muffe e parassiti, o rovinare gli acini. La temperatura e l’esposizione al sole poi,
sono dei fattori cruciali per la corretta maturazione dell’uva.
Ma gli eventi che colpiscono più duramente le produzioni sono quelli straordinari come grandinate e gelate tardive:
questi fenomeni vanno ad intaccare i germogli e ne causano, in gran parte dei casi, la totale distruzione.
Scorrendo indietro negli ultimi anni, ad esempio, ricordiamo l’annata 2014 come un’annata particolarmente difficile,
con uva non sempre di buona qualità, a causa delle piogge abbondanti e con conseguente perdita di molta produzione
e una mediocre qualità degli acini.


Ma com’è stata la situazione in questo 2021? Se è vero che il clima sempre più severo sta mettendo a dura prova gli enologi e gli operatori vitivinicoli,
quest’anno in Italia c’è stata una perdita solo del 9% circa del raccolto su base nazionale rispetto al 2020, con differenze lievi tra regione e regione,
un valore di perdita comunque inferiore rispetto a quello di spagna e Francia.
Infatti l’Italia conserva ancora il primato di produzione di vino per ettolitri, attestandosi su un valore di 44,5 milioni di ettolitri.

Su scala nazionale non si sono registrate particolari criticità; nel 2021 la produzione ha retto bene,
nonostante qualche fenomeno avverso e il grande caldo, con un calo di produzione non preoccuopante.
Solo le gelate di Marzo/Aprile hanno avuto un impatto negativo. La qualità del raccolto è però molto buona:
non c’è alcuna regione in cui la qualità dell’uva sia stata compromessa, e gli acini non hanno sviluppato particolari problematiche di tipo fitosanitario.


Il futuro riserverà sempre nuove sfide: il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova gli operatori del settore.
Fenomeni climatici di diversa entità, stanno esponendo tutti i territori vitivinicoli a nuovi e più poderosi attacchi
delle piante da parte di nuovi insetti, e di nuovi attacchi fungini. I viticoltori e gli enologi, sono impegnati in un
monitoraggio continuo dell’intero territorio e ad adattano prontamente le pratiche di controllo e produzione necessarie.


Dunque, aspettando di poter finalmente degustare insieme i migliori vini dell’annata in corso, vi ringraziamo per averci seguito!
Ricordate di iscrivervi al nostro canale YouTube e alle nostre pagine social.
Al prossimo video, ciao!

vendemmia 2021

La vite e le sue fasi vegetative – Wine&Food Rec.

La vite e le sue fasi vegetative - Wine&Food rec.
Il nostro social Post:
👉Dato che nei precedenti video ci siamo focalizzati principalmente sugli aspetti 🍷organolettici🍷 e produttivi del vino,
✅oggi ci soffermeremo sulla pianta che ci permette di ottenere questo magnifico prodotto: la vite🌿.
🤔Come si sviluppa la pianta?
🤔Quali sono le principali fasi che portano dalle prime gemme ai grappoli finiti e pronti per la vendemmia? Vediamolo!🤩
💕💕💕💕👇
Se desideri altre informazioni su questo argomento, scrivici nei commenti.📧📧
💪Mi raccomando , iscrivetevi al canale YouTube e seguiteci su Facebook alla pagina wine & food rec. Ciao!😁😁

Testo video:

Benvenuti in un nuovo video di winefoodrec.
Visto che abbiamo sempre parlato nei nostri video, del vino e come esso viene prodotto, oggi analizzeremo la pianta che dà vita ai grappoli, cioè la materia prima per creare il nostro amato vino.
Tutti i dettagli nel nostro video.

Fase 1 il risveglio della vite
All’inizio della primavera, nel periodo di aprile, la pianta di vite inizia la sua fase di risveglio. Molte volte in questo periodo è possibile vedere dai tagli provocati dalle potature una fuoriuscita di linfa, questo fenomeno è infatti detto pianto della vite.

Fase 2 il germogliamento
In questa fase le gemme dormienti della pianta cominciano a generare nuove fibre vegetali, dando origine ai primi germogli, i germogli che nascono sul capo a frutto daranno vita ai grappoli.
In questa fase si possono generare anche le femminelle, che nascono da gemme chiamati cacchi o gemme pronte, queste genereranno grappoli con una crescita più rallentata (vendemmie tardive).

Fase 3 la crescita vegetativa (giugno-luglio)
In questa fase la parte verde della pianta cresce rapidamente. E in funzione a come la vite viene allevata, richiede da parte degli operatori la sistemazione della chioma per favorire un corretto accrescimento.  Sempre in questa fase la pianta fiorisce e successivamente il fiore comincerà a generare piccoli grappoli verdi nel periodo di metà luglio.

Fase 4 l’invaiatura (agosto)
In questa fase, i grappoli verdi della vite subiscono un incremento fenolico che è chiamato invaiatura, infatti in questa fase i grappoli cominciano ad accumulare antociani, cioè quello che conferisce al grappolo il suo tipico colore.

Fase 5 accumulo degli zuccheri (settembre ottobre)
In questa fase prossima alla vendemmia,la pianta accumula la maggior parte degli zuccheri nei grappoli e l’acidità dei grappoli diminuisce progressivamente. Quando l’accumulo zuccherino e massimo si procede con la vendemmia dei grappoli.

Fase 6 potatura (gennaio)

In questa fase la pianta si trova in una fase detta di dormienza. Proprio in questo momento si effettuano le potature in modo che poi la vite sua pronta per il suo risveglio.
Ora che abbiamo spiegato i passaggi fondamentali della crescita della vite se desideri altre informazioni su questo argomento, scrivici nei commenti.
Mi raccomando,iscrivetevi al canale YouTube e seguiteci su Facebook alla pagina winefoodrec.

Al prossimo video ciao!

Come scegliere un Vino dal Prezzo

Come scegliere un Vino dal Prezzo

Testo Video Guida:

Benvenuti in un nuovo video di Wine&food rec , oggi ci occuperemo di un aspetto fondamentale e spesso fonte di confusione per chi si avvicina al mondo del vino: il costo.
Come si fa, infatti ad orientarsi tra le varie fasce di prezzo?
Qual è il giusto prezzo di una bottiglia? Cerchiamo di rispondere a queste domande,
nel modo più semplice possibile, durante il nostro video!


Oggi si può scegliere di comprare una bottiglia in vari modi: in negozi fisici,
come supermercati e soprattutto enoteche, dove abbiamo la possibilità di vedere e di farci consigliare un’etichetta,
oppure in molti store online che stanno nascendo soprattutto negli ultimi anni. Basta infatti una rapida ricerca sul nostro browser,
per trovare decine di siti specializzati nella vendita di vini online.
Questa soluzione è particolarmente comoda per chi vuole avere più scelta o preferisce la consegna del vino direttamente a casa.
Un’altra possibilità da tenere in considerazione è di comprare il vino sfuso, direttamente dalla cantina o da rivenditori in zona.
Questa scelta può essere un buon metodo per conoscere e scoprire i vini della zona, in modo economico e più sostenibile per l’ambiente.

Ma come orientarsi tra le varie fasce di prezzo? Proviamo a dare qualche indicazione generale,
riferita al costo al dettaglio di una singola bottiglia da 0,75, e senza tener conto delle possibili offerte da parte dei venditori.


La fascia più economica si posiziona in genere sotto i 5 euro.
In questo range troviamo sia vini da tavola, sia vini (magari igp) un po’ più interessanti.
Questa fascia di prezzo è indicata per i vini di uso quotidiano, da bere durante i pasti della giornata.
Tra i 5 ed i 15/20 euro circa, troviamo la maggior parte delle etichette. Questa fascia di prezzo è
infatti quella in cui si trovano vini di buona qualità ma con un prezzo non eccessivo, ottimi sia da gustare in famiglia che da offrire agli ospiti.
Tra i 20 euro e i 50 euro troviamo vini più importanti, da concedersi magari nelle festività,
nelle occasioni speciali o per fare un regalo sicuramente apprezzato. In questa fascia possiamo comprare buon brunello di Montalcino,
o un ottimo Barolo, per fare qualche esempio.
Andando oltre i 50 euro invece, ci sono i vini considerati più pregiati.
Qui c’è una variabilità di prezzo molto alta, le bottiglie possono arrivare anche a costare centinaia o migliaia di euro.
Questi vini sono rivolti per lo più a intenditori, collezionisti, o a chi vuole regalarsi un calice speciale di tanto in tanto.


Come mai c’è tanta variabilità di prezzo? Dare una risposta unica non è semplice, ma in linea di massima bisogna tener conto di almeno tre fattori:
metodo di coltivazione, metodo di vinificazione ed eventuali premi o riconoscimenti ottenuti.
I vini più pregiati, infatti, vengono prodotti da uve coltivate in zone particolari, con climi e terreni unici e con bassissime rese per ettaro,
per concentare tutti i profumi e i sapori; la raccolta e la selezione dei grappoli sono fatte in genere interamente a mano,
e i metodi di vinificazione sono tradizionali, precisi e con scarso uso di meccanizzazione.
Inoltre il prezzo può aumentare quando le aziende produttrici ricevono premi e riconoscimenti dalla critica a livello nazionale o internazionale.

Quindi, in conclusione siamo sicuri che seguendo queste indicazioni potrete trovare il vino rosso, bianco, rosato o frizzante
più adatto alle vostre esigenze e ai vostri gusti, destreggiandovi con maggiore sicurezza tra gli scaffali, fisici o virtuali,
del vostro rivenditore di fiducia. E voi?? Quanto spendete per i vostri vini preferiti?
Fatecelo sapere nei commenti! Ricordatevi anche di iscrivervi al canale e di seguirci su facebook e instagram. Al prossimo video! Ciao!

Il Vino va in Frigorifero?

Il Nostro Social Post:
 
Oggi rispnderemo ad una delle domande più frequenti che ci ponete , e cioè:
dopo l’apertura, il vino va conservato in frigorifero oppure no
Scopriamolo insieme in questo video
 
 
 
 
 
 

Testo del Video:

Benvenuti in un nuovo video di wine&food rec. Oggi risponderemo ad una delle domande più frequenti che ci ponete, e cioè:
dopo l’apertura, il vino va conservato in frigorifero oppure no? Scopriamolo insieme in questo video!

Innanzitutto partiamo col dire che è buona norma, quando si apre una bottiglia, consumarla entro le 24 ore.
Questo perchè quando il vino entra in contatto con l’aria, si avvia subito un processo di ossidazione,
oltre a una repentina perdita degli aromi volatili, cioè quelle molecole che percepiamo al naso. Ma come possiamo conservarlo più a lungo?
Se proprio diventa necessario conservarlo per qualche giorno si può utilizzare un tappo “sottovuoto”,
un particolare tipo di tappo che al momento della chiusura elimina buona parte dell’aria presente nella bottiglia.
Questi tappi si trovano facilmente in commercio, anche online, a pochi euro, e sono quindi degli accessori che vale la pena di tenere in casa.

Ma ora veniamo alla nostra domanda principale. Il vino va in frigorifero dopo l’apertura? Per i vini rossi,
la risposta è NO! Infatti, oltre al fatto che non ci sono pericoli per la salute in assenza di refrigerazione,
è sconsigliato mettere un vino rosso in frigorifero perchè lo sbalzo termico potrebbe alterarne la stabilità,
anche con comparsa di precipitazioni, e sicuramente alterarne il gusto, in quanto la temperatura di servizio è di circa 15-20 gradi centigradi.
E’ opportuno quindi conservare il vino per 1/2 giorni a temperatura ambiente e ben tappato.

Discorso a parte per i vini bianchi e rosati. Per questo tipo di vini infatti, soprattutto se non si dispone dei tappi sottovuoto,
si può ricorrere alla conservazione in frigorifero, avendo sempre cura di chiudere bene la bottiglia. Va detto che però, per alcuni vini,
soprattutto se artigianali e non trattati, si potrebbe verificare un intorbidamento, comunque non dannoso per la salute.
Si consiglia in ogni caso di servirlo a tavola a una temperatura più alta, di massimo 10-12 gradi centigradi.

Per quanto riguarda i vini spumanti invece, è buona norma tenerli in frigorifero dopo l’apertura,
con un sistema di chiusura a pressione che impedisca la fuoriuscita dell’anidride carbonica.
Si consiglia consumare questo tipo di vini il più presto possibile, entro pochi giorni.

Abbiamo dunque risposto alla domanda, con qualche consiglio in più, utile per conservare il vino in modo che non perda eccessivamente
le proprie caratteristiche aromatiche.
Commentate questo video se avete altre domande e mi raccomando, seguiteci sul nostro canale YouTube e sulla nostra pagina Facebook.
Iscrivetevi al nostro canale per non perdervi il prossimo video. Ciao!

Affinamento del Vino: la Barrique

la barrique

Il Nostro Post Social:

😘🍷👉Oggi, vista la particolare situazione che l’Italia sta attraversando, non faremo una recensione 🤔🤔,
👉ma andremo invece ad approfondire un aspetto che riguarda l’affinamento dei vini😁🍷:
parleremo infatti della #barrique . Vedremo come ➡️nasce,
➡️a cosa serve e
➡️perchè è così importante per la vinificazione.
😘Ma adesso partiamo con il video!😘

#vino #affinamento #aromi #botte

Testo del Video:

Benvenuti in un nuovo video di Wine&Food Rec. Oggi, vista la particolare situazione che l’Italia sta attraversando, non faremo una recensione, ma andremo invece ad approfondire un aspetto che riguarda l’affinamento dei vini: parleremo infatti della barrique. Vedremo come nasce, a cosa serve e perchè è così importante per la vinificazione. Ma adesso partiamo con il video!

Iniziamo spiegando cos’è una barrique e a cosa serve. Barrique è un termine francese usato per indicare una piccola botte, costruita in legno, della capacità di 225 litri. Questo tipo di contenitore, di cui sicuramente tuttti gli appassionati di vino hanno sentito parlare, viene utilizzato per l’affinamento e la maturazione del vino. Questo tipo di contenitore, infatti, garantisce una leggera ossigenazione, ed inoltre cede al vino molti aromi, che vengono definiti aromi terziari, o di affinamento.

Il primo step necessario alla fabbricazione di una barrique è certamente la scelta del legno. Questo materiale è ideale per realizzare questi contenitori, perchè possiede un’elevata resistenza, tenacità, una giusta porosità e non rilascia sostanze dannose. Ma non tutti i tipi di legno sono adatti, e quindi per la fabbricazione delle assi si scelgono alberi di quercia e farnia, che sono alberi diffusi in Europa, e quercia bianca che è tipica dell’America settentrionale. Il legno ottenuto da queste piante è generalmente chiamato anche rovere.

Da questa materia prima vengono realizzate le assicelle, che prima di comporre la barrique, subiscono una stagionatura che può durare anche 3 anni.
Durante questo periodo avviene un essiccamento naturale, fase in cui le assicelle vengono accatastate all’aria aperta, dove oltre ad una essiccazione naturale, subiranno una maturazione chimico/fisica grazie alle variazioni climatiche stagionali. E’ proprio durante questa fase che il legno acquisisce le caratteristiche fisiche e aromatiche che consentono una corretta evoluzione del vino nelle fasi di affinamento.

Dopo questa importante fase le assicelle vengono piegate e assemblate da mani esperte, grazie al calore generato da bracieri, utilizzando vapore acqueo e bagno maria per rendere le assicelle più malleabili.
Infine l’ultima fase della lavorazione consiste nella tostatura del legno, nella parte interna del barile che solitamente viene effettuato con bracieri controllati e che portano la temperatura del legno a circa 140gradi. Ciò permette una seconda evoluzione del legno, cioè alla formazione di composti aromatici che verranno rilasciati nel vino durante il periodo di affinamento.

Una volte pronte, le barrique saranno pronte ad accogliere il vino per un periodo di tempo che varia a seconda delle caratteristiche di quest’ultimo. Non tutti i vini sono infatti adatti alla maturazione in legno.

Abbiamo visto tutte le fasi principali che permettono la realizzazione delle barrique, ovviamente questi contenitori dopo il loro utilizzo possono essere sottoposti a trattamenti di lavaggio in modo da poter essere riutilizzati.
Mi raccomando seguiteci sul nostro canale youtube e sulla nostra pagina facebook wine&food rec.
al prossimo video.
ciao!!

Come conservare correttamente un vino

vino ossidato

Abbiamo realizzato una #videoguida molto interessante per chi vuole #conservare il proprio #vino inalterato.?
Tutti i #dettagli su #youtube, Link: https://youtu.be/TvHAYPha8To

                                              https://youtu.be/TvHAYPha8To 

 Testo tutorial di come conservare un vino:

Qui abbiamo un esempio estremo di cattiva conservazione di un vino: un rosso del ’98, quindi esattamente di 20 anni fa, che è stato fatto invecchiare in maniera non ottimale.
Anche senza aprire la bottiglia, si può subito intuire la perdita di colore del liquido contenuto, oltre ad un’importante sedimentazione scura sul fondo della bottiglia, dovuta probabilmente alla precipitazione  delle sostanze polifenoliche, dei tartrati, e di varie altre componenti che hanno subito trasformazioni chimico-fisiche non corrette nel corso dell’invecchiamento.

Al momento dell’apertura, ci rendiamo subito conto che immediatamente dopo aver tolto la capsula di protezione del tappo in sughero, sono presenti forti tracce di muffe e di liquido fuoriuscito. Infatti il tappo, a causa della diminuzione di volume per l’eccessiva secchezza, scivola subito verso il basso non appena si prova a inserire il cavatappi.

Versando il vino nel calice, questo risulta essere quasi completamente privo della sua colorazione originaria a causa della degradazione degli antociani, ed ha assunto un colore brunastro/dorato con elevata torbidità. Al naso l’eccessiva ossidazione conferisce una tipica sensazione liquorosa, molto sgradevole, ed ogni tipo di aroma è andato perso.

Il primo suggerimento per un’ottima conservazione è quindi quello di posizionare la bottiglia sempre in posizione orizzontale e mai in verticale, favorendo così il parziale assorbimento di liquido da parte del tappo che in tal modo assicurerà una migliore tenuta nel tempo.

Il secondo suggerimento è quello di assicurarsi di tenere il vino a temperatura costante di circa 15-18 gradi, evitando il più possibile eventuali sbalzi termici improvvisi
e tenendo le bottiglie sempre lontane da fonti di calore, al fine di scongiurare il rischio di alterazioni indesiderate.

Il terzo consiglio è quello di tenere il vino sempre al riparo dalla luce e tenendo sempre sotto controllo l’umidità dell’aria, possibilmente tramite un igrometro, che deve misurare una umidità quanto più possibile costante e intorno al 70-80%.

Una volta aperto, il vino andrebbe consumato entro poche ore. Se questo non fosse possibile, si possono trovare facilmente in commercio dei tappi ‘sottovuoto’, particolari sistemi di chiusura che aspirano l’aria dalla bottiglia e ne favoriscono la conservazione per alcuni giorni.

Tag:  #vinorosso #vinoossidato #ossidato #wine #redwine #recensione #recensionevino #rossodimontalcino #montalcino #annata #conservazionevino #comeconservarevino #vinoalterato #faulted #oxidized #tappo #review #winereview #italy #tuscany #food

Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com