SalvApp di Unicoop Firenze

SalvApp di Unicoop Firenze

Unicoop Firenze lancia nel 2018 SalvApp, un’applicazione per smartphone realizzata da Ncr Corporation che offre una vasta gamma di servizi per i consumatori. Fare la spesa non è mai stato così semplice come negli ultimi anni. Abbondano i siti online e i servizi di delivery per chi non ha tempo di andare al supermercato, ma il food shopping non può essere eliminato del tutto, almeno non ancora. E da quest’anno Unicoop Firenze offre la possibilità di vivere con un approccio diverso l’esperienza al supermercato. Ciò offrendo ai clienti un’applicazione per smartphone che rappresenta l’ultima novità nel campo della spesa fai da te. A realizzare SalvApp, così si chiama, il leader globale nelle soluzioni transazionali e di interazione con il consumatore, NCR Corporation, azienda molto nota a livello internazionale, che realizza gran parte degli sportelli bancomat comunemente utilizzati da tutti, fondata nel 1884 da John H. Patterson con sede principale ad Atlanta.

Disponibile per Android e Apple, la app permette ai clienti di effettuare un vero e proprio check out dal proprio smartphone. I prodotti del supermercato possono essere scansionati direttamente dal telefono cellulare, velocizzando i tempi ed eliminando le code alla cassa. I clienti possono inoltre creare liste della spesa personalizzate e, una volta conclusi gli acquisti, possono pagare attraverso la sezione self-checkout della app.

Immagine che illustra i principali passaggi per scaricare l’applicazione ed eseguire gli acquisti (fonte www.coopfirenze.it/salvapp).

Un commentato di Riccardo Rapi, CIO, Unicoop Firenze alla presentazione di questa nuova tecnologia è stata, “Negli ultimi anni, in Unicoop Firenze abbiamo lavorato molto al programma di rinnovamento dell’intero portafoglio applicativo. Particolare attenzione è stata riposta alle nuove soluzioni destinate alla nostra rete di vendita e anche ai nostri Soci e clienti che già oggi utilizzano massivamente le soluzioni self service che abbiamo introdotto sin dal 1998”.

A sinistra l’immagine raffigura la Home pagedell’applicazione Salvapp, dove possiamo riscontrare le principali funzioni, tra cui la possibilità di creare una lista della spesa anche comodamente da casa, digitando il nome dell’articolo o scansionando il barcode di un prodotto già acquistato (fonte www.coopfirenze). Vi è la presenza della sezione offerte, per consultare in anticipo le offerte presenti nel punto vendita più vicino e infine la possibilità di tener sempre sotto controllo i dati del proprio profilo e il saldo punti della tessera socio Coop.


A cura di Giuseppe Rodolico

Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com

Il Self-scanning

Self-scanning


storia e origine del self scanning Coop Italia

(Fonte immagine, ASDA)

Il “Self-scanning” compare nel 1993 nei Paesi Bassi, dove viene adottato per la prima volta dalla catena Royal Ahold presso i numerosi punti vendita presenti nel paese. Questo tipo di soluzione per gli acquisti registra dalla metà degli anni ’90 in poi una costante diffusione ed un ampio successo dovuto alla riduzione dei tempi di pagamento alla cassa. In Italia è stato introdotto per la prima volta nel 1998 in Coop Estense e Unicoop Firenze con il nome commerciale di Salvatempo.

Nello specifico il self-scanning, indica un sistema di acquisto adottato prevalentemente da supermercati e ipermercati che si avvale dell’uso di lettori portatili di codici a barre utilizzati dagli stessi acquirenti al momento della spesa, per velocizzarne la fase di pagamento in cassa.

Per la prima volta in Italia,il consumatore fa da sé il conto mentre fa la spesa, e “sulla fiducia” paga e se ne va. 

visualizza i prodotti acquistati

(Fonte immagine, moxx-mobility)

Questa rivoluzione parte sperimentalmente a Poggibonsi il 23 febbraio 1998, dopo la fusione tra Unicoop Firenze e Unicoop Cooperative pisane riunite; infatti è proprio presso questa filiale che viene testato dai clienti per qualche mese, per poi essere esteso gradualmente in altri punti vendita Coop.

All’ingresso del negozio si trova un distributore di lettori ottici portatili: basta inserire la propria carta socio e ritirare l’apparecchio. Il socio, prima di introdurre la merce nel carrello, legge con l’apparecchio il codice a barre del prodotto che intende acquistare. In ogni momento è possibile verificare l’importo totale della spesa oppure detrarre il prezzo di merci che non si intende più acquistare.

E’ un modo innovativodi fare gli acquisti, che consente di evitare la coda alle casse e risparmiare tempo. Nel giro di sei anni il sistema “Salvatempo” è stato attivato in 43 punti vendita del canale supermercati della catena Coop.

Inoltre i clienti che utilizzano “Salvatempo” spendono in media il 50% in più di chi segue il sistema tradizionale perché sanno sempre a quanto ammonta il conto e non temono sorprese. Lo ha rivelato un’indagine interna di Coop Estense: a usare il Salvatempo è il 30% dei clienti, che spende il 50% in più di media e risparmia il 20% del tempo solitamente trascorso nel supermercato.

La percentuale di errore, cioè il totale dei prodotti che finiscono nel carrello senza essere stati passati sotto il lettore, corrisponde ad un irrisorio 0,5%, ben al di sotto del tasso medio di furti subito normalmente dalla grande distribuzione.

Una recente statistica realizzata negli USA ha, inoltre, dimostrato che il 75% del tempo risparmiato alle casse il cliente lo utilizza per soffermarsi maggiormente presso gli scaffali e scegliere più attentamente i prodotti. Infine il self-scanning piace al 75% dei clienti, mentre solo il 25% di essi continua con la spesa tradizionale. Attualmente 550 negozi in Europa hanno adottato il sistema di self-scanning che e’ in rapida diffusione anche in Australia, in Asia e nel continente americano.

(Fonte immagine, NCR Corporation)

Il sistema “Salvatempo” è stato realizzato da Unit S.p.a. Azienda del gruppo Getronics, che e’ specializzata nella fornitura di soluzioni e servizi per le aziende retail. La particolare esperienza nel settore ”Retail” e ”Petrol” ne fanno lo sviluppatore e fornitore di soluzioni ”chiavi in mano” per clienti nazionali e internazionali. Mentre la Unit ha sede centrale a Bollendo (Ivrea) e sedi regionali a Milano, Roma e Follonica, la Getronics Con ha più di 26.000 dipendenti in oltre 30 paesi, ed è uno dei fornitori leader al mondo di soluzioni e di servizi ICT per clienti professionali. Attraverso la consulenza, l’integrazione, l’implementazione e la gestione di soluzioni infrastrutturali e di E-Business, Getronics aiuta molte delle più grandi organizzazioni globali e locali a massimizzare il valore dei loro investimenti in tecnologia e ad accrescere l’interazione con i loro clienti. Con sede centrale ad Amsterdam e sedi regionali a Boston e Singapore, Getronics è quotata all’Amsterdam Euronext (‘GTN’).

a cura di Giuseppe Rodolico

Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com

Concetto di filiera e tracciabilità

Concetto di filiera e tracciabilità 

 

fragole, mirtilli, frutti di bosco, ananas

Nel caso della filiera agroalimentare, le due figure sempre presenti sono il produttore ed il consumatore: se la filiera si limita a solo questi due, allora viene definita filiera corta. Nei sistemi agroindustriali moderni viene maggiormente utilizzata una filiera alimentare lunga. In questo caso il prodotto agricolo, per giungere al consumatore, passa per un numero elevato di fasi controllate da operatori diversi. Un esempio può essere quello della produzione della pasta alimentare, che in Italia viene prodotta utilizzando materie prime importate da paesi terzi ed alla cui produzione partecipano anche i cerealicoltori, cooperative, associazioni e grossisti che effettuano lo stoccaggio delle sementi nazionali. Successivamente vi è la fase di prima e seconda trasformazione, che raggiunge i grossisti e le piattaforme di distribuzione e infine il distributore. Se il prodotto dovesse venire esportato, vi è un‟ulteriore fase che è quella della spedizione e trasporto nei Paesi destinatari.(Fig.3)

(Fig.3) Sintesi della filiera

Dal punto di vista economico, la filiera è il luogo all‟interno del quale avvengono gli scambi di beni ed informazioni tra i diversi operatori, influenzando i prezzi come risultato dei numeri di tali scambi. All‟interno della filiera si instaura un continuo feedback tra le diverse fasi, contribuendo a mantenere aggiornato ciascun segmento della filiera sulle tendenze dei consumatori e sulle innovazioni dei clienti. Inoltre, da un punto di vista dei flussi informativi, l‟appartenenza ad una filiera organizzata rende più efficiente la trasmissione di informazioni in entrambi i sensi, dalla produzione al consumatore e dal consumatore alla produzione. La tracciabilità viene utilizzata per poter garantire e comunicare al consumatore informazioni volontarie e non contingenti. A differenza di quanto avviene per la rintracciabilità, nel caso della tracciabilità siamo di fronte solo ed esclusivamente a norme volontarie a cui le imprese decidono liberamente di attenersi. I benefici che scaturiscono dalla scelta di un‟azienda di compiere questo tipo di investimento, possono essere riassunti nei seguenti tre obiettivi:  

1) migliorare la gestione in entrata e in uscita dell‟impresa nelle funzioni di logistica, approvvigionamento e consegna del prodotto; 

2) rendere possibile la rintracciabilità del prodotto ai fini della sicurezza alimentare e della qualità in relazione alle normative cogenti; 

3) difendere il proprio prodotto sul mercato rendendo visibile o comunicando al consumatore caratteristiche qualitative di tipo intangibile

filiera alimentare corta o lunga

 

Nell‟ambito della tracciabilità, si può distinguere tra quella “interna” e “di filiera”. La tracciabilità interna riguarda le singole imprese e consente di avere informazioni lungo tutto il processo gestito e controllato dalle imprese e di conoscere le procedure interne per risalire alla provenienza dei materiali, al loro utilizzo e alla destinazione dei prodotti. L‟elemento chiave è il “lotto”, cioè la quantità minima omogenea di materia prima o di prodotto finito per la quale è possibile avere informazioni.
La tracciabilità di filiera è un processo interaziendale che risulta dalla combinazione dei processi di tracciabilità interna di ciascun operatore della filiera uniti da efficienti flussi di comunicazione. Senza sistemi informativi efficienti di tracciabilità interna, non è possibile avere un buon sistema di tracciabilità di filiera. Il sistema informativo a supporto della tracciabilità di filiera è un sistema interaziendale, dove le informazioni registrate devono essere disponibili per attività e funzioni di altre imprese. Ciò presuppone l‟utilizzo di standard comuni sia nelle fasi di identificazione e registrazione dell‟informazione, sia di sua trasmissione.8 (Fig.4)

 (Fig.4) A sinistra sistema di tracciabilità interna, a destra sistema interaziendale

A cura di Giuseppe Rodolico

Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com

Müller-Thurgau del Südtirol prodotto da St Michael Eppan, Bolzano

muller-thurgau-del-sudtirol
Muller Thurgau del trentino sudtirol

Siamo andati in Trentino questa settimana e abbiamo testato un buon Müller-Thurgau, vino bianco che appartiene alla doc del Südtirol. L’azienda produttrice è St Michael Eppan  situata a Bolzano. Potete scoprire tutte le migliori caratteristiche di questo vino seguendo il nostro video test.

 Link Video: https://youtu.be/W1bRVOmdjS0

Testo della recensione:

 Iniziamo con la valutazione generale dell’estetica della bottiglia. L’etichetta è piuttosto semplice, lineare, e l’attenzione è focalizzata unicamente sul nome del vitigno, Muller thurgau.

Il tappo, che è di tipo agglomerato, è perfettamente aderente al collo della bottiglia. Abbiamo trovato un po’ difficoltosa l’apertura, forse a causa di un eccessivo attrito, ma comunque nessun difetto di conservazione è riscontrabile nel prodotto.

Alla vista
, alzando il calice, troviamo un colore giallo paglierino un po’ scarico ma in ogni caso privo di difetti.
Ottima la limpidezza e la trasparenza. Con un lieve movimento di rotazione del bicchiere, possiamo inoltre apprezzare l’alta densità del vino.

Al naso, questo Muller Thurgau ci regala profumi molto gradevoli, piuttosto intensi. I sentori più rilevanti sono pesca, pera matura e ginepro, accompagnati da una piacevole mineralità e da una nota lievemente floreale. L’alcolicità, seppur molto presente, si manifesta subito al naso ma non disturba troppo.

Questo bianco del SudTirol al palato risulta nel complesso fresco, molto morbido e lievemente dolce.
Dopo la deglutizione notiamo un finale leggermente amarognolo. Tutte le sensazioni sono comunque ben equilibrate.

Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com

Barbera d’Asti Recensione vino rosso Piemontese

di Giuseppe Rodolico enologo

Questa settimana siamo andati in #Piemonte, esattamente a #Torino per testare un nuovo vino rosso. Possiamo abbinarlo con piatti di cacciagione e formaggi. Guardate la nostra #recensione per scoprire altri dettagli.

—Galleria Foto

Link #Recensione :https://youtu.be/-IPaqwpbQgg

Testo recensione di questo Barbera d’Asti:

Cominciamo analizzando l’etichetta: essa risulta essere molto classica. Anche se in linea di massima i caratteri sono un po’ affollati, la dicitura “Barbera d’Asti” e la cantina di produzione sono molto leggibili e quindi contraddistinguono in maniera adeguata la bottiglia.

Al momento dell’apertura, troviamo un normale tappo di materiale agglomerato a grana fine.
Questo non mostra comunque alcun segno nè di muffe, nè di fuoriuscita del liquido ed ha quindi garantito una buona conservazione del prodotto.

A prima vista, questo rosso piemontese si presenta con un corretto colore rosso granato.
Facendo ruotare il vino nel calice, notiamo che la densità non è particolarmente alta. Allo stesso tempo, guardando attraverso il vetro, troviamo una trasparenza piuttosto elevata.

Portando il calice al naso, abbiamo notato immediatamente la sensazione pungente data dall’elevato grado alcolico: la gradazione riportata in etichetta è infatti di 14.5. Subito dopo, si sprigionano note di amarena e frutti di bosco, accompagnate da una piacevole sensazione aromatica di cacao, caffè, e tostato che è il risultato di un affinamento fatto in barrique per sei mesi.
Complessivamente, comunque, il bouquet e l’intensità aromatica non risultano particolarmente complessi.

Al palato i tannini di questo vino risultano morbidi, poco astringenti, e anche in questo caso si ripresenta la sensazione di alcolicità.
Nel complesso risulta un vino piuttosto bilanciato, pur avendo una bassa corposità. Dopo la deglutizione, riemergono chiaramente i sentori di affumicato/tostato già individuati a livello olfattivo.

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Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com

Gewürztraminer Santa Margherita Vino bianco recensione

vino bianco di wine&food rec
Abbiamo testato un #Gewürztraminer prodotto dall’#azienda agricola Santa Margherita. Questo è un #aromatico vino bianco #DOC del trentino, molto promettente. Seguite il nostro test per scoprire tutte le caratteristiche #aromatiche. LINK #TEST: https://youtu.be/46r3W6jNdMI

Testo recensione di questo Gewurtztraminer:

Il vino che abbiamo scelto oggi è un classico Gewurtztraminer.
Iniziamo la nostra analisi con la valutazione generale dell’esterno della bottiglia:
L’etichetta punta alla semplicità, con uno stile classico e lineare, che conferisce eleganza alla bottiglia.

Questo vino ha un sistema di chiusura ormai molto diffuso: il tappo è infatti un agglomerato a grana molto fine; anche se in linea di massima questo tipo di chiusura è sempre considerato meno efficace rispetto al classico monoblocco, in questo tipo di vini non destinati all’invecchiamento può essere una scelta adeguata.

A livello visivo, il vino si presenta di un gradevole giallo paglierino, senza evidenti difetti legati a problemi fermentativi o di conservazione. Ruotando il bicchiere, si nota subito l’elevata viscosità. Ottima è anche la trasparenza, che si può apprezzare guardando il calice controluce.

Al naso l’intensità aromatica è notevole, con un ampio bouquet.
Subito si percepiscono frutti bianchi come pesca matura e pera, insieme a un intenso aroma floreale di rosa e di gelsomino, tutto accompagnato da una lievissima mineralità. I profumi si presentano particolarmente ben bilanciati e gradevoli, e nel complesso il vino regala sensazioni
superiori a quelle che ci si aspetterebbe da un prodotto di questa fascia di prezzo, che è intorno ai 10 euro.

Anche al palato il gusto risulta particolarmente ben bilanciato.
La leggera dolcezza di questo Gewurtztraminer riesce ad accompagnare perfettamente l’acidità,
e il vino risulta particolarmente persistente anche dopo la deglutizione.

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Chianti Senza Solfiti aggiunti BIO organic Vino rosso recensione

chianti senza solfiti BIO
recensioni dei vini
Questa settimana vi proponiamo un vino rosso senza solfiti aggiunti biologico (2015), un prodotto che ci ha stupito per le sensazioni che riesce a regalare. Seguite tutti i dettagli del nostro test. LINK: https://youtu.be/4lpU0xDRwBs

Testo recensione di questo Chianti BIO Organic Senza solfiti aggiunti:

Guardando la bottiglia, nel suo insieme risulta elegante. L’etichetta è caratterizzata da uno stile moderno, quasi a voler accentuare l’innovativa tecnica di vinificazione di questo prodotto; ci troviamo infatti di fronte a un vino totalmente naturale, biologico e privo di solfiti aggiunti. Forse qualcosa in più poteva essere fatto dal punto di vista del design generale.

Il tappo, di buona qualità, è di sughero monoblocco. Sicuramente in linea con la filosofia di naturalezza del vino, ha garantito una buona tenuta, e allo stesso tempo l’assenza di muffe o di difetti vari.

All’interno del calice, questo vino sfoggia una colorazione rosso granato, totalmente priva di difetti visivi, con una trasparenza medio/alta ma comunque tipica per un chianti.

Al naso, nonostante l’immediata percezione alcolica (ricordiamo che questo vino ha una gradazione del 14%) si percepisce un tipico aroma vegetale fresco, con note di frutti di bosco, che poco dopo lascia spazio a una gradevole nota speziata. Il tutto è ben equilibrato, e ci fa capire che la vinificazione senza solfiti è stata condotta in maniera del tutto corretta.

Al momento dell’assaggio, questo Chianti ci conferma le sensazioni piacevoli già percepite a livello ofattivo: infatti, pur avendo una tannicità lievemente vegetale, risulta essere nel complesso corposo e rotondo, decisamente ben bilanciato. Anche dopo la deglutizione, il vino regala ancora una piacevole persistenza.

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Primitivo di Manduria Rubino Vino rosso recensione

primitivo di manduria
Test vino rosso

Siamo andati in #Puglia per selezionare un ottimo #PrimitivodiManduria , che può tranquillamente accompagnare piatti di #pasta , #salumi e #formaggi a pasta dura. Per altri dettagli potete seguire la nostra #recensione su #youtube :
https://youtu.be/MQ4-BxDbPDM

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Vernaccia di San Gimignano Vino bianco recensione

recensioni e test vini
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Chianti Classico Melini Vino rosso recensione

chianti classico melini
red wine docg tuscany

Un #vino rosso proveniente da una particolare zona della #Toscana, cioè il #ChiantiClassico . Questo prodotto rispetta il disciplinare #Docg caratteristico della zona. Prodotto da #Melini. Per scoprire che #sensazioni ci ha regalato questo vino, segui il nosto video #test.
LINK #YouTube : https://youtu.be/iEgdMkhIm3Y
A cura di G.Rodolico , G.Matrone.

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