Degustazione Cannonau di Sardegna

cannonau di sardegna

Degustazione Cannonau di Sardegna

Il nostro Post social:

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🥰 Il #cannonau è il vitigno più diffuso in #sardegna ;
🍷la sua coltivazione è infatti distribuita in modo omogeneo sull’intero territorio dell’isola.❤ ✅Fino a poco tempo fa si riteneva che fosse stato importato dalla Spagna nel 15° secolo,
✅ma la teoria fu smentita dal ritrovamento di testimonianze ben più antiche della presenza del vitigno sull’isola.
💪Il Cannonau è stato poi molto probabilmente importato in Francia e nelle zone limitrofe dove prende il nome di Grenache.🍷❤🥰👇

Testo della recensione:

Il Cannonau è il vitigno più diffuso in Sardegna; la sua coltivazione è infatti distribuita in modo omogeneo sull’intero territorio dell’isola. Fino a poco tempo fa si riteneva che fosse stato importato dalla Spagna nel 15° secolo, ma la teoria fu smentita dal ritrovamento di testimonianze ben più antiche della presenza del vitigno sull’isola. Il Cannonau è stato poi molto probabilmente importato in Francia e nelle zone limitrofe dove prende il nome di Grenache.
A un primo colpo d’occhio, la bottiglia del Cannonau DOC 2018 Sella e Mosca appare semplice, lineare e pulita, con un’etichetta molto essenziale. Nella parte posteriore troviamo il codice QR, che rimanda ai canali social dell’azienda.

Al momento dell’apertura troviamo, subito sotto la capsula di colore rosso, un tappo di tipo tecnico, cioè formato da due dischi di sughero monopezzo e da una parte centrale in agglomerato. Non abbiamo trovato alcun tipo di perdita o difetto nel tappo.
Una volta versato nel bicchiere, si può apprezzare il rosso rubino intenso tipico del Cannonau, reso vivo dal caldo sole della Sardegna. Dopo una lieve rotazione nel bicchiere, notiamo come il vino abbia una densità elevata e un colore correttamente evoluto. Il colore, anche se molto intenso, lascia comunque trasparire qualche raggio di luce.

Al naso, il bouquet è ampio, l’intensità aromatica decisa, con una netta nota alcolica. Gli aromi spaziano da sentori di erbe aromatiche della macchia mediterranea come lavanda e rosmarino, a frutti rossi molto maturi. Accompagnano questi sentori anche delle note speziate e di tabacco e pellame, con una nota di affumicatura. Ricordiamo che questo vino viene parzialmente affinato in botti di rovere.
Infine, in bocca, notiamo la sua struttura solida ed omogenea, con una presenza di tannini adeguatamente ruvidi e con una buona persistenza al palato. Anche a livello gustativo, il vino si presenta intenso, caldo, con una modesta acidità.

Quick Response Code (QR Code)

il qr code

Il Qr Code è l‟abbreviazione di Quick response Code ed è un codice a barre bidimensionale composto da uno schema quadratico con moduli neri interni. Sono contenuti 4.296 caratteri alfanumerici e 7.089 numerici, quindi vi sono più dati di un codice a barre; possono essere lette tramite l‟impiego di periferiche ottiche, possedute da tutti gli smartphone di ultima generazione. Questo codice fu sviluppato nel 1994 dalla compagnia Denso Wave in Giappone per poter tracciare nelle fabbriche Toyota i pezzi per le automobili in costruzione e in seguito venne utilizzato anche nella gestione dei magazzini di diverse industrie. Nel 1999 la Denso Wave ha rilasciato la licenza dando il via a una rapida diffusione. La I-mode, compagnia telefonica giapponese, iniziò lo sviluppo di applicazioni per cellulari creando così un‟interazione tra i Qr-code e Internet. Nel 2000 l‟utilizzo di questi codici era particolarmente legato alla pubblicizzazione su giornali, riviste e cartelloni che permettevano un reindirizzamento su URL specifici.
In Europa e negli Stati Uniti la diffusione di questi codici ha avuto un notevole incremento a fine anni 2000, grazie all‟incremento di vendite sul mercato di nuovi smartphone in grado di sfruttare i Qr-code tramite applicazioni in sistemi Android e IOS che, utilizzando la propria periferica ottica, erano in grado di poter leggere questi codici.

Il Vino va in Frigorifero?

Il Nostro Social Post:
 
Oggi rispnderemo ad una delle domande più frequenti che ci ponete , e cioè:
dopo l’apertura, il vino va conservato in frigorifero oppure no
Scopriamolo insieme in questo video
 
 
 
 
 
 

Testo del Video:

Benvenuti in un nuovo video di wine&food rec. Oggi risponderemo ad una delle domande più frequenti che ci ponete, e cioè:
dopo l’apertura, il vino va conservato in frigorifero oppure no? Scopriamolo insieme in questo video!

Innanzitutto partiamo col dire che è buona norma, quando si apre una bottiglia, consumarla entro le 24 ore.
Questo perchè quando il vino entra in contatto con l’aria, si avvia subito un processo di ossidazione,
oltre a una repentina perdita degli aromi volatili, cioè quelle molecole che percepiamo al naso. Ma come possiamo conservarlo più a lungo?
Se proprio diventa necessario conservarlo per qualche giorno si può utilizzare un tappo “sottovuoto”,
un particolare tipo di tappo che al momento della chiusura elimina buona parte dell’aria presente nella bottiglia.
Questi tappi si trovano facilmente in commercio, anche online, a pochi euro, e sono quindi degli accessori che vale la pena di tenere in casa.

Ma ora veniamo alla nostra domanda principale. Il vino va in frigorifero dopo l’apertura? Per i vini rossi,
la risposta è NO! Infatti, oltre al fatto che non ci sono pericoli per la salute in assenza di refrigerazione,
è sconsigliato mettere un vino rosso in frigorifero perchè lo sbalzo termico potrebbe alterarne la stabilità,
anche con comparsa di precipitazioni, e sicuramente alterarne il gusto, in quanto la temperatura di servizio è di circa 15-20 gradi centigradi.
E’ opportuno quindi conservare il vino per 1/2 giorni a temperatura ambiente e ben tappato.

Discorso a parte per i vini bianchi e rosati. Per questo tipo di vini infatti, soprattutto se non si dispone dei tappi sottovuoto,
si può ricorrere alla conservazione in frigorifero, avendo sempre cura di chiudere bene la bottiglia. Va detto che però, per alcuni vini,
soprattutto se artigianali e non trattati, si potrebbe verificare un intorbidamento, comunque non dannoso per la salute.
Si consiglia in ogni caso di servirlo a tavola a una temperatura più alta, di massimo 10-12 gradi centigradi.

Per quanto riguarda i vini spumanti invece, è buona norma tenerli in frigorifero dopo l’apertura,
con un sistema di chiusura a pressione che impedisca la fuoriuscita dell’anidride carbonica.
Si consiglia consumare questo tipo di vini il più presto possibile, entro pochi giorni.

Abbiamo dunque risposto alla domanda, con qualche consiglio in più, utile per conservare il vino in modo che non perda eccessivamente
le proprie caratteristiche aromatiche.
Commentate questo video se avete altre domande e mi raccomando, seguiteci sul nostro canale YouTube e sulla nostra pagina Facebook.
Iscrivetevi al nostro canale per non perdervi il prossimo video. Ciao!

Affinamento del Vino: la Barrique

la barrique

Il Nostro Post Social:

😘🍷👉Oggi, vista la particolare situazione che l’Italia sta attraversando, non faremo una recensione 🤔🤔,
👉ma andremo invece ad approfondire un aspetto che riguarda l’affinamento dei vini😁🍷:
parleremo infatti della #barrique . Vedremo come ➡️nasce,
➡️a cosa serve e
➡️perchè è così importante per la vinificazione.
😘Ma adesso partiamo con il video!😘

#vino #affinamento #aromi #botte

Testo del Video:

Benvenuti in un nuovo video di Wine&Food Rec. Oggi, vista la particolare situazione che l’Italia sta attraversando, non faremo una recensione, ma andremo invece ad approfondire un aspetto che riguarda l’affinamento dei vini: parleremo infatti della barrique. Vedremo come nasce, a cosa serve e perchè è così importante per la vinificazione. Ma adesso partiamo con il video!

Iniziamo spiegando cos’è una barrique e a cosa serve. Barrique è un termine francese usato per indicare una piccola botte, costruita in legno, della capacità di 225 litri. Questo tipo di contenitore, di cui sicuramente tuttti gli appassionati di vino hanno sentito parlare, viene utilizzato per l’affinamento e la maturazione del vino. Questo tipo di contenitore, infatti, garantisce una leggera ossigenazione, ed inoltre cede al vino molti aromi, che vengono definiti aromi terziari, o di affinamento.

Il primo step necessario alla fabbricazione di una barrique è certamente la scelta del legno. Questo materiale è ideale per realizzare questi contenitori, perchè possiede un’elevata resistenza, tenacità, una giusta porosità e non rilascia sostanze dannose. Ma non tutti i tipi di legno sono adatti, e quindi per la fabbricazione delle assi si scelgono alberi di quercia e farnia, che sono alberi diffusi in Europa, e quercia bianca che è tipica dell’America settentrionale. Il legno ottenuto da queste piante è generalmente chiamato anche rovere.

Da questa materia prima vengono realizzate le assicelle, che prima di comporre la barrique, subiscono una stagionatura che può durare anche 3 anni.
Durante questo periodo avviene un essiccamento naturale, fase in cui le assicelle vengono accatastate all’aria aperta, dove oltre ad una essiccazione naturale, subiranno una maturazione chimico/fisica grazie alle variazioni climatiche stagionali. E’ proprio durante questa fase che il legno acquisisce le caratteristiche fisiche e aromatiche che consentono una corretta evoluzione del vino nelle fasi di affinamento.

Dopo questa importante fase le assicelle vengono piegate e assemblate da mani esperte, grazie al calore generato da bracieri, utilizzando vapore acqueo e bagno maria per rendere le assicelle più malleabili.
Infine l’ultima fase della lavorazione consiste nella tostatura del legno, nella parte interna del barile che solitamente viene effettuato con bracieri controllati e che portano la temperatura del legno a circa 140gradi. Ciò permette una seconda evoluzione del legno, cioè alla formazione di composti aromatici che verranno rilasciati nel vino durante il periodo di affinamento.

Una volte pronte, le barrique saranno pronte ad accogliere il vino per un periodo di tempo che varia a seconda delle caratteristiche di quest’ultimo. Non tutti i vini sono infatti adatti alla maturazione in legno.

Abbiamo visto tutte le fasi principali che permettono la realizzazione delle barrique, ovviamente questi contenitori dopo il loro utilizzo possono essere sottoposti a trattamenti di lavaggio in modo da poter essere riutilizzati.
Mi raccomando seguiteci sul nostro canale youtube e sulla nostra pagina facebook wine&food rec.
al prossimo video.
ciao!!

Degustazione Verdicchio Fazi Battaglia

Degustazione Verdicchio fazi battaglia

Wine&Food Rec. oggi vi propone un nuovo vino bianco da degustare. Il vino che abbiamo scelto per la nostra recensione è il Verdicchio Dei Castelli di Jesi TITULUS, prodotto da Fazi Battaglia. Normalmente questo vitigno viene vinificato in purezza. #verdicchio #vinobianco #winelover #degustazione

Testo recensione:

Il verdicchio è un vitigno autoctono, a bacca bianca, tipico delle Marche. Le origini sono molto antiche,
e deve il suo nome al colore verdognolo che gli acini conservano anche a piena maturazione.
Normalmente questo vitigno viene vinificato in purezza e coltivato nella zona dei Castelli di Jesi, tra le province di Ancona e Macerata.

Il vino che abbiamo scelto per la nostra recensione è il Verdicchio Dei Castelli di Jesi TITULUS,
prodotto da Fazi battaglia. Il vino è facilmente riconoscibile grazie alla sua particolare bottiglia a forma di anfora,
che è stata proprio inventata da Fazi Battaglia nel 1953. Nell’insieme quindi, il design della bottiglia è particolarmente gradevole,
e colpisce per l’attenzione ai dettagli, come la piccola pergamena legata alla bottiglia,
che contiene al suo interno una breve descrizione del vino in Italiano e in Ingese e, sul retro, una cartina che raffigura i territori di produzione.

Quando si va ad aprire, sotto la capsula dalla forma caratteristica, troviamo un normale tappo di tipo agglomerato.
Questo tipo di chiusura è piuttosto tipica per vini di questa fascia di prezzo. Il tappo non presenta comunque alcun tipo di difetto,
ed ha conservato molto bene il vino all’interno.


Versando il vino nel bicchiere, vediamo un classico colore giallo paglierino, tipico del Verdicchio.
L’intensità del colore non è molto alta, così come la densità. Andando infatti a ruotare il bicchiere,
vediamo come il vino tenda a restare in movimento. Molto buona la trasparenza, nessun tipo di opacità o di indesiderate effervescenze visibili.

Al naso, questo verdicchio sorprende per la sua intensità aromatica. I principali aromi sono floreali,
specialmente rosa, e di frutta esotica come mango e note minerali di cenere.
In bocca è un vino fresco, schietto, la bassa corposità rende questo verdicchio molto piacevole,
anche grazie alla gradazione alcolica di 12,5 che non è eccessiva.
Sul finale resta uno spiccato sentore di mandorla amara e la persistenza in bocca è elevata. Un vino ben bilanciato, nel complesso.

La tecnologia nel settore Alimentare

Tecnologia nel settore alimentare

Introduzione

Il settore alimentare, e nello specifico quello vitivinicolo, offre una varietà decisamente vasta di prodotti, provenienti da aree geografiche differenti e con caratteristiche particolari. Uno dei problemi che si può creare in questo settore è quello di cercare di rendere disponibile tutte le informazioni correlate ad ogni singolo prodotto in maniera semplice e rapida e, conseguentemente, di poter indirizzare il consumatore nella decisione più accurata per l‟acquisto di ciò che più rispecchia le caratteristiche produttive e organolettiche desiderate. Per adempiere a questo tipo di accesso e per l‟accumulo di queste informazioni legati ai singoli lotti di produzione, è stato necessario perfezionare tecnologie già esistenti e utilizzate in altri settori produttivi, permettendo alle aziende di poter avere informazioni di produzione più dettagliate rendendole note tramite piattaforme di uso comune. Ciò è stato maggiormente realizzabile tramite l‟utilizzo degli smartphone di ultima generazione che, utilizzando le applicazioni installate, possono sfruttare le proprie periferiche per poter creare un collegamento e rendendo quindi il prodotto tracciabile. Non solo, le app possono gestire i dati recuperati sullo stesso articolo e, in base alle esigenze specifiche dei clienti, possono quindi indirizzarlo e consigliarlo su un acquisto più intelligente e accurato.

Queste nuove tecnologie permettono alle aziende produttrici di poter accumulare un notevole numero di “Information and Communication Technology” (ICT), cioè informazioni telematiche fondamentali per l‟ufficio marketing che dovranno saperle gestire in modo da poter improntare la propria strategia di mercato, potendo così mirare a un determinato settore con un‟ottimizzazione delle risorse e limitando eventualmente la commercializzazione di prodotti a discapito di altri. In questa maniera è possibile interfacciarsi con nuovi aspetti sistematici gestionali che inducono all‟orientamento di un e-business con continui confronti tra tutte le figure della filiera.

?? un vinopassito è ciò che viene ottenuto dalla fermentazione di grappoli scelti di uve ? trebbiano ? malvasia ?

vinsanto e cantuccini

?? un vinopassito è ciò che viene ottenuto dalla fermentazione di grappoli scelti di uve ? trebbiano ? malvasia ? che vengono lasciati appassire su stuoie, cassette o ganci ?⤵️ In questo modo la concentrazione e degli zuccheri sale perché l’ acqua contenuta negli acini diminuisce ❤?❤? ⤵️⤵️ #vino #wine #italy #winelover #italia #winetasting #instawine #food #winery #winelovers #winetime #sommelier #instagood #italianwine #winestagram #vin #wein #picoftheday #tuscany #toscana #drink #vinoitaliano a presto‼‼??

Pubblicazione Social Wine & Food Rec.

Degustazione Vin Santo DOC Toscana

degustazione vin santo toscana doc

Il vino che abbiamo selezionato oggi per questo video Natalizio è un VinSanto del Chianti classico Castello di Uzzano 2011,
prodotto ovviamente in Toscana. Il formato scelto è una pratica bottiglia da 375mL, che presenta un’etichetta bianca molto classica,
con uno stile non particolarmente ricercato.
Il VinSanto è un particolare tipo di vino da dessert, di origini molto antiche, prodotto principalmente in Toscana, ma anche in Umbria.

E’ un vino passìto, cioè che viene ottenuto dalla fermentazione di grappoli scelti di uve Trebbiano e Malvasìa che vengono lasciati
appassire su stuoie, cassette o ganci; in questo modo la concentrazione degli zuccheri sale (perchè l’acqua contenuta negli acini evapora).

La fermentazione, secondo il metodo antico, avveniva in caratelli di legno nei quali veniva conservata la feccia della precedente produzione,
la cosiddetta feccia madre, che garantiva la presenza di lieviti resistenti alle alte concentrazioni zuccherine.

Oggi invece, la fermentazione avviene in botti di legno nuovo, con inoculo di lieviti.
La fermentazione ed il conseguente invecchiamento in legno favoriscono l’ossidazione controllata del vino,
che conferisce il caratteristico colore ramato ed i peculiari sentori.

Andando ad aprire la bottiglia, troviamo un classico tappo in materiale agglomerato, che viene via senza problemi e si presenta senza difetti visivi od olfattivi.
Appena si versa il vino nel bicchiere, si vede il classico colore ramato, dovuto alla caratteristica ossidazione del VinSanto.
Facendolo ruotare, si nota bene l’elevata densità.

A livello olfattivo, è intenso: i sentori principali sono di frutta secca, affumicato e miele.

Anche a livello gustativo, il vino è avvolgente, morbido, e si percepisce in maniera decisa la dolcezza ed il sentore di miele,
accompagnato da una lieve mineralità.

In bocca è persistente, e l’alcolicità alta regala una piacevole sensazione pseudocalorica.
Essendo un vino da dessert, viene molto spesso abbinato al classico cantuccino toscano, a fine pasto.

Pinot Grigio Degustazione

Enologo Rodolico che degusta Pinot Grigio

Recensione:
Il pinot grigio è un vitigno internazionale originario della Borgogna, ma che viene coltivato anche in molte zone d’Italia, prevalentemente in Trentino, Veneto e Friuli. Questo vitigno deriva da una mutazione del pinot nero, e deve il suo nome al termine francese “pin”, cioè “pino”, proprio per la forma caratteristica del grappolo che ricorda appunto una pigna.
Il mosto che si ottiene può essere vinificato sia con macerazione, sia in bianco (cioè senza macerazione delle bucce); nel primo caso si avrà un vino dal caratteristico colore ramato, nel secondo caso, che è quello del vino che abbiamo scelto, si otterrà un vino bianco.
Il vino di oggi è un Pinot Grigio DOC 2017, di Vignaioli da San Floriano, prodotto nella regione del Collio in Friuli. L’etichetta è molto essenziale ed elegante, sobria, e ben si sposa con la bottiglia dal design moderno.
Andando ad aprire la bottiglia, notiamo un tappo di tipo tecnico, che aderisce bene, ma che risulta forse un po’ spugnoso nella parte inferiore. Tuttavia il prodotto è ben conservato all’interno.
Video:?♬

Alla vista, questo Pinot grigio si presenta con un colore giallo paglierino molto tenue, con riflessi dorati. Si presenta inoltre molto limpido e senza sospensioni. Ruorando il bicchiere si nota una densità medio/alta.
Al naso, dopo una leggera ossigenazione, il vino si apre, sprigionando aromi prevalentemente fruttati, di frutta bianca matura e soprattutto di pera. Subito dopo si fa notare anche una lieve mineralità, tipica dei vini del nord Italia. Tutti gli aromi sono accompagnati da una sensazione alcolica, dovuta alla gradazione del 13%.
In bocca risulta schietto, la freschezza si fa subito sentire al palato, e alla deglutizione ha una buona persistenza. E’ un vino da gustare sicuramente giovane, e non è adatto all’invecchiamento in bottiglia.
#pinotgrigio #pinot #degustazione
Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com

Degustazione Ribolla Gialla

alt="immagine ribolla gialla vino bianco"

Video Degustazione Ribolla Gialla:

Recensione:

La Ribolla Gialla è un antico vitigno autoctono che risale addirittura al 1300. Anche grazie alla posibilità di essere utilizzata per la produzione di vini spumanti, è oggi un vitigno che gode ancora di una buona popolarità. Il vino che abbiamo selezionato oggi per voi è un vino bianco fermo, annata 2018, prodotto da Tenimenti Civa, un’azienda situata in provincia di Udine. La bottiglia si presenta piuttosto elegante, con una forma moderna, e con un’etichetta bianca, forse un po’ troppo semplice, ma ben leggibile. Interessante sul retro la presenza del codice QR che permette di accedere ad ulteriori informazioni tramite smartphone. Andando ad aprire la bottiglia, notiamo un normale tappo in materiale agglomerato, che ha conservato bene il vino all’interno, senza perdite. Versando quindi il vino all’interno del bicchiere, esso si presenta con un colore giallo paglierino tenue, con riflessi lievemente dorati. Con un movimento di rotazione del calice, si può apprezzare l’alta densità e la corposità. Il vino inoltre non presenta torbidità di alcun tipo ed è molto limpido. Al naso, subito si percepisce la mineralità. Gli aromi più importanti sono quelli fruttati, di frutta bianca ed esotica, con una netta nota agrumata. Subito dopo, con una breve ossigenazione nel bicchiere, si percepisconono lievi aromi floreali, in particolar modo di rosa. L’alcolicità si sente ma non disturba. Anche in bocca, la sensazione minerale si ripresenta. Al palato è rotondo, possiamo apprezzare il bilanciato connubio tra freschezza e leggera dolcezza, con un gusto leggermente aromatico, che deriva probabilmente dal breve passaggio di affinamento in barrique. Dopo la deglutizione, la persistenza in bocca è lunga.

Abbinamento culinario:

Carne bianca, Pesce e formaggi a pasta dura.

Giuseppe Rodolico consulente enologo e food manager, export e import manager. Contatti winefoodrec@gmail.com
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A presto!!