La vite e le sue fasi vegetative – Wine&Food Rec.

La vite e le sue fasi vegetative - Wine&Food rec.
Il nostro social Post:
👉Dato che nei precedenti video ci siamo focalizzati principalmente sugli aspetti 🍷organolettici🍷 e produttivi del vino,
✅oggi ci soffermeremo sulla pianta che ci permette di ottenere questo magnifico prodotto: la vite🌿.
🤔Come si sviluppa la pianta?
🤔Quali sono le principali fasi che portano dalle prime gemme ai grappoli finiti e pronti per la vendemmia? Vediamolo!🤩
💕💕💕💕👇
Se desideri altre informazioni su questo argomento, scrivici nei commenti.📧📧
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Testo video:

Benvenuti in un nuovo video di winefoodrec.
Visto che abbiamo sempre parlato nei nostri video, del vino e come esso viene prodotto, oggi analizzeremo la pianta che dà vita ai grappoli, cioè la materia prima per creare il nostro amato vino.
Tutti i dettagli nel nostro video.

Fase 1 il risveglio della vite
All’inizio della primavera, nel periodo di aprile, la pianta di vite inizia la sua fase di risveglio. Molte volte in questo periodo è possibile vedere dai tagli provocati dalle potature una fuoriuscita di linfa, questo fenomeno è infatti detto pianto della vite.

Fase 2 il germogliamento
In questa fase le gemme dormienti della pianta cominciano a generare nuove fibre vegetali, dando origine ai primi germogli, i germogli che nascono sul capo a frutto daranno vita ai grappoli.
In questa fase si possono generare anche le femminelle, che nascono da gemme chiamati cacchi o gemme pronte, queste genereranno grappoli con una crescita più rallentata (vendemmie tardive).

Fase 3 la crescita vegetativa (giugno-luglio)
In questa fase la parte verde della pianta cresce rapidamente. E in funzione a come la vite viene allevata, richiede da parte degli operatori la sistemazione della chioma per favorire un corretto accrescimento.  Sempre in questa fase la pianta fiorisce e successivamente il fiore comincerà a generare piccoli grappoli verdi nel periodo di metà luglio.

Fase 4 l’invaiatura (agosto)
In questa fase, i grappoli verdi della vite subiscono un incremento fenolico che è chiamato invaiatura, infatti in questa fase i grappoli cominciano ad accumulare antociani, cioè quello che conferisce al grappolo il suo tipico colore.

Fase 5 accumulo degli zuccheri (settembre ottobre)
In questa fase prossima alla vendemmia,la pianta accumula la maggior parte degli zuccheri nei grappoli e l’acidità dei grappoli diminuisce progressivamente. Quando l’accumulo zuccherino e massimo si procede con la vendemmia dei grappoli.

Fase 6 potatura (gennaio)

In questa fase la pianta si trova in una fase detta di dormienza. Proprio in questo momento si effettuano le potature in modo che poi la vite sua pronta per il suo risveglio.
Ora che abbiamo spiegato i passaggi fondamentali della crescita della vite se desideri altre informazioni su questo argomento, scrivici nei commenti.
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Al prossimo video ciao!

Come scegliere un Vino dal Prezzo

Come scegliere un Vino dal Prezzo

Testo Video Guida:

Benvenuti in un nuovo video di Wine&food rec , oggi ci occuperemo di un aspetto fondamentale e spesso fonte di confusione per chi si avvicina al mondo del vino: il costo.
Come si fa, infatti ad orientarsi tra le varie fasce di prezzo?
Qual è il giusto prezzo di una bottiglia? Cerchiamo di rispondere a queste domande,
nel modo più semplice possibile, durante il nostro video!


Oggi si può scegliere di comprare una bottiglia in vari modi: in negozi fisici,
come supermercati e soprattutto enoteche, dove abbiamo la possibilità di vedere e di farci consigliare un’etichetta,
oppure in molti store online che stanno nascendo soprattutto negli ultimi anni. Basta infatti una rapida ricerca sul nostro browser,
per trovare decine di siti specializzati nella vendita di vini online.
Questa soluzione è particolarmente comoda per chi vuole avere più scelta o preferisce la consegna del vino direttamente a casa.
Un’altra possibilità da tenere in considerazione è di comprare il vino sfuso, direttamente dalla cantina o da rivenditori in zona.
Questa scelta può essere un buon metodo per conoscere e scoprire i vini della zona, in modo economico e più sostenibile per l’ambiente.

Ma come orientarsi tra le varie fasce di prezzo? Proviamo a dare qualche indicazione generale,
riferita al costo al dettaglio di una singola bottiglia da 0,75, e senza tener conto delle possibili offerte da parte dei venditori.


La fascia più economica si posiziona in genere sotto i 5 euro.
In questo range troviamo sia vini da tavola, sia vini (magari igp) un po’ più interessanti.
Questa fascia di prezzo è indicata per i vini di uso quotidiano, da bere durante i pasti della giornata.
Tra i 5 ed i 15/20 euro circa, troviamo la maggior parte delle etichette. Questa fascia di prezzo è
infatti quella in cui si trovano vini di buona qualità ma con un prezzo non eccessivo, ottimi sia da gustare in famiglia che da offrire agli ospiti.
Tra i 20 euro e i 50 euro troviamo vini più importanti, da concedersi magari nelle festività,
nelle occasioni speciali o per fare un regalo sicuramente apprezzato. In questa fascia possiamo comprare buon brunello di Montalcino,
o un ottimo Barolo, per fare qualche esempio.
Andando oltre i 50 euro invece, ci sono i vini considerati più pregiati.
Qui c’è una variabilità di prezzo molto alta, le bottiglie possono arrivare anche a costare centinaia o migliaia di euro.
Questi vini sono rivolti per lo più a intenditori, collezionisti, o a chi vuole regalarsi un calice speciale di tanto in tanto.


Come mai c’è tanta variabilità di prezzo? Dare una risposta unica non è semplice, ma in linea di massima bisogna tener conto di almeno tre fattori:
metodo di coltivazione, metodo di vinificazione ed eventuali premi o riconoscimenti ottenuti.
I vini più pregiati, infatti, vengono prodotti da uve coltivate in zone particolari, con climi e terreni unici e con bassissime rese per ettaro,
per concentare tutti i profumi e i sapori; la raccolta e la selezione dei grappoli sono fatte in genere interamente a mano,
e i metodi di vinificazione sono tradizionali, precisi e con scarso uso di meccanizzazione.
Inoltre il prezzo può aumentare quando le aziende produttrici ricevono premi e riconoscimenti dalla critica a livello nazionale o internazionale.

Quindi, in conclusione siamo sicuri che seguendo queste indicazioni potrete trovare il vino rosso, bianco, rosato o frizzante
più adatto alle vostre esigenze e ai vostri gusti, destreggiandovi con maggiore sicurezza tra gli scaffali, fisici o virtuali,
del vostro rivenditore di fiducia. E voi?? Quanto spendete per i vostri vini preferiti?
Fatecelo sapere nei commenti! Ricordatevi anche di iscrivervi al canale e di seguirci su facebook e instagram. Al prossimo video! Ciao!

Degustazione Montepulciano d’Abruzzo

Il Montepulciano è un vitigno a bacca nera di origine antica, coltivato prevalentemente nel centro Italia. Tipico delle zone montuose, si è poi diffuso anche nelle zone collinari e costiere. Da questo vitigno si ottiene un vino rosso DOC, il Montepulciano d’Abruzzo, che viene prodotto dal 1968 (anno in cui è nata la Denominazione) nelle province di Chieti, l’Aquila, Pescara e Teramo.
Il vino che abbiamo scelto per la nostra recensione è il Montepulciano Terra d’Aligi Riserva 2015, che si presenta con una bottiglia elegante e un’etichetta molto classica, dalle tonalità avorio chiaro e dorate. Si tratta di un vino ottenuto da uve Montepulciano in purezza coltivate in terreni argillosi e calcarei, e successivamente affinato 10 mesi in botti di rovere di Slavonia.

Andiamo quindi ad aprire la bottiglia: sotto l’elegante capsula di colore scuro, troviamo un tappo di tipo agglomerato, anche se avremmo preferito trovare un classico sughero monopezzo. Il tappo comunque, che riporta il logo dell’azienda su tutte le superfici, non ha subìto perdite e non ha prodotto muffe, come possiamo vedere.
All’esame visivo questo Montepulciano si presenta di un colore rosso rubino intenso, giovane, nonostante sia dell’annata 2015. Già versandolo nel bicchiere, si percepisce una notevole densità e una limitata trasparenza, sensazioni che vengono poi confermate dai movimenti del liquido nel calice in rotazione. Queste caratteristiche lasciano già presagire l’alta corposità.

Al naso questo vino rilascia subito una leggera nota di affumicatura. Dopo una decisa rotazione del bicchiere, il vino comincia ad aprirsi, liberando in tutta la sua espressione l’aroma fruttato, di frutti rossi maturi, tipico di questo vitigno. Subito dopo, con l’ossigenazione, note speziate di anice, lavanda e miele d’acacia. L’alcolicità alta si sente, ma non infastidisce. In bocca, il vino è rotondo, avvolgente, e crea quasi una sensazione “oleosa”. L’acidità non è invadente, la tannicità presente ma piacevole. Nel complesso è ben strutturato ed equilibrato. Dopo la deglutizione, ha una lunga persistenza al palato, con una lieve nota dolce sul finale.

Degustazione Cannonau di Sardegna

cannonau di sardegna

Degustazione Cannonau di Sardegna

Il nostro Post social:

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🥰 Il #cannonau è il vitigno più diffuso in #sardegna ;
🍷la sua coltivazione è infatti distribuita in modo omogeneo sull’intero territorio dell’isola.❤ ✅Fino a poco tempo fa si riteneva che fosse stato importato dalla Spagna nel 15° secolo,
✅ma la teoria fu smentita dal ritrovamento di testimonianze ben più antiche della presenza del vitigno sull’isola.
💪Il Cannonau è stato poi molto probabilmente importato in Francia e nelle zone limitrofe dove prende il nome di Grenache.🍷❤🥰👇

Testo della recensione:

Il Cannonau è il vitigno più diffuso in Sardegna; la sua coltivazione è infatti distribuita in modo omogeneo sull’intero territorio dell’isola. Fino a poco tempo fa si riteneva che fosse stato importato dalla Spagna nel 15° secolo, ma la teoria fu smentita dal ritrovamento di testimonianze ben più antiche della presenza del vitigno sull’isola. Il Cannonau è stato poi molto probabilmente importato in Francia e nelle zone limitrofe dove prende il nome di Grenache.
A un primo colpo d’occhio, la bottiglia del Cannonau DOC 2018 Sella e Mosca appare semplice, lineare e pulita, con un’etichetta molto essenziale. Nella parte posteriore troviamo il codice QR, che rimanda ai canali social dell’azienda.

Al momento dell’apertura troviamo, subito sotto la capsula di colore rosso, un tappo di tipo tecnico, cioè formato da due dischi di sughero monopezzo e da una parte centrale in agglomerato. Non abbiamo trovato alcun tipo di perdita o difetto nel tappo.
Una volta versato nel bicchiere, si può apprezzare il rosso rubino intenso tipico del Cannonau, reso vivo dal caldo sole della Sardegna. Dopo una lieve rotazione nel bicchiere, notiamo come il vino abbia una densità elevata e un colore correttamente evoluto. Il colore, anche se molto intenso, lascia comunque trasparire qualche raggio di luce.

Al naso, il bouquet è ampio, l’intensità aromatica decisa, con una netta nota alcolica. Gli aromi spaziano da sentori di erbe aromatiche della macchia mediterranea come lavanda e rosmarino, a frutti rossi molto maturi. Accompagnano questi sentori anche delle note speziate e di tabacco e pellame, con una nota di affumicatura. Ricordiamo che questo vino viene parzialmente affinato in botti di rovere.
Infine, in bocca, notiamo la sua struttura solida ed omogenea, con una presenza di tannini adeguatamente ruvidi e con una buona persistenza al palato. Anche a livello gustativo, il vino si presenta intenso, caldo, con una modesta acidità.

Quick Response Code (QR Code)

il qr code

Il Qr Code è l‟abbreviazione di Quick response Code ed è un codice a barre bidimensionale composto da uno schema quadratico con moduli neri interni. Sono contenuti 4.296 caratteri alfanumerici e 7.089 numerici, quindi vi sono più dati di un codice a barre; possono essere lette tramite l‟impiego di periferiche ottiche, possedute da tutti gli smartphone di ultima generazione. Questo codice fu sviluppato nel 1994 dalla compagnia Denso Wave in Giappone per poter tracciare nelle fabbriche Toyota i pezzi per le automobili in costruzione e in seguito venne utilizzato anche nella gestione dei magazzini di diverse industrie. Nel 1999 la Denso Wave ha rilasciato la licenza dando il via a una rapida diffusione. La I-mode, compagnia telefonica giapponese, iniziò lo sviluppo di applicazioni per cellulari creando così un‟interazione tra i Qr-code e Internet. Nel 2000 l‟utilizzo di questi codici era particolarmente legato alla pubblicizzazione su giornali, riviste e cartelloni che permettevano un reindirizzamento su URL specifici.
In Europa e negli Stati Uniti la diffusione di questi codici ha avuto un notevole incremento a fine anni 2000, grazie all‟incremento di vendite sul mercato di nuovi smartphone in grado di sfruttare i Qr-code tramite applicazioni in sistemi Android e IOS che, utilizzando la propria periferica ottica, erano in grado di poter leggere questi codici.

Il Vino va in Frigorifero?

Il Nostro Social Post:
 
Oggi rispnderemo ad una delle domande più frequenti che ci ponete , e cioè:
dopo l’apertura, il vino va conservato in frigorifero oppure no
Scopriamolo insieme in questo video
 
 
 
 
 
 

Testo del Video:

Benvenuti in un nuovo video di wine&food rec. Oggi risponderemo ad una delle domande più frequenti che ci ponete, e cioè:
dopo l’apertura, il vino va conservato in frigorifero oppure no? Scopriamolo insieme in questo video!

Innanzitutto partiamo col dire che è buona norma, quando si apre una bottiglia, consumarla entro le 24 ore.
Questo perchè quando il vino entra in contatto con l’aria, si avvia subito un processo di ossidazione,
oltre a una repentina perdita degli aromi volatili, cioè quelle molecole che percepiamo al naso. Ma come possiamo conservarlo più a lungo?
Se proprio diventa necessario conservarlo per qualche giorno si può utilizzare un tappo “sottovuoto”,
un particolare tipo di tappo che al momento della chiusura elimina buona parte dell’aria presente nella bottiglia.
Questi tappi si trovano facilmente in commercio, anche online, a pochi euro, e sono quindi degli accessori che vale la pena di tenere in casa.

Ma ora veniamo alla nostra domanda principale. Il vino va in frigorifero dopo l’apertura? Per i vini rossi,
la risposta è NO! Infatti, oltre al fatto che non ci sono pericoli per la salute in assenza di refrigerazione,
è sconsigliato mettere un vino rosso in frigorifero perchè lo sbalzo termico potrebbe alterarne la stabilità,
anche con comparsa di precipitazioni, e sicuramente alterarne il gusto, in quanto la temperatura di servizio è di circa 15-20 gradi centigradi.
E’ opportuno quindi conservare il vino per 1/2 giorni a temperatura ambiente e ben tappato.

Discorso a parte per i vini bianchi e rosati. Per questo tipo di vini infatti, soprattutto se non si dispone dei tappi sottovuoto,
si può ricorrere alla conservazione in frigorifero, avendo sempre cura di chiudere bene la bottiglia. Va detto che però, per alcuni vini,
soprattutto se artigianali e non trattati, si potrebbe verificare un intorbidamento, comunque non dannoso per la salute.
Si consiglia in ogni caso di servirlo a tavola a una temperatura più alta, di massimo 10-12 gradi centigradi.

Per quanto riguarda i vini spumanti invece, è buona norma tenerli in frigorifero dopo l’apertura,
con un sistema di chiusura a pressione che impedisca la fuoriuscita dell’anidride carbonica.
Si consiglia consumare questo tipo di vini il più presto possibile, entro pochi giorni.

Abbiamo dunque risposto alla domanda, con qualche consiglio in più, utile per conservare il vino in modo che non perda eccessivamente
le proprie caratteristiche aromatiche.
Commentate questo video se avete altre domande e mi raccomando, seguiteci sul nostro canale YouTube e sulla nostra pagina Facebook.
Iscrivetevi al nostro canale per non perdervi il prossimo video. Ciao!

Affinamento del Vino: la Barrique

la barrique

Il Nostro Post Social:

😘🍷👉Oggi, vista la particolare situazione che l’Italia sta attraversando, non faremo una recensione 🤔🤔,
👉ma andremo invece ad approfondire un aspetto che riguarda l’affinamento dei vini😁🍷:
parleremo infatti della #barrique . Vedremo come ➡️nasce,
➡️a cosa serve e
➡️perchè è così importante per la vinificazione.
😘Ma adesso partiamo con il video!😘

#vino #affinamento #aromi #botte

Testo del Video:

Benvenuti in un nuovo video di Wine&Food Rec. Oggi, vista la particolare situazione che l’Italia sta attraversando, non faremo una recensione, ma andremo invece ad approfondire un aspetto che riguarda l’affinamento dei vini: parleremo infatti della barrique. Vedremo come nasce, a cosa serve e perchè è così importante per la vinificazione. Ma adesso partiamo con il video!

Iniziamo spiegando cos’è una barrique e a cosa serve. Barrique è un termine francese usato per indicare una piccola botte, costruita in legno, della capacità di 225 litri. Questo tipo di contenitore, di cui sicuramente tuttti gli appassionati di vino hanno sentito parlare, viene utilizzato per l’affinamento e la maturazione del vino. Questo tipo di contenitore, infatti, garantisce una leggera ossigenazione, ed inoltre cede al vino molti aromi, che vengono definiti aromi terziari, o di affinamento.

Il primo step necessario alla fabbricazione di una barrique è certamente la scelta del legno. Questo materiale è ideale per realizzare questi contenitori, perchè possiede un’elevata resistenza, tenacità, una giusta porosità e non rilascia sostanze dannose. Ma non tutti i tipi di legno sono adatti, e quindi per la fabbricazione delle assi si scelgono alberi di quercia e farnia, che sono alberi diffusi in Europa, e quercia bianca che è tipica dell’America settentrionale. Il legno ottenuto da queste piante è generalmente chiamato anche rovere.

Da questa materia prima vengono realizzate le assicelle, che prima di comporre la barrique, subiscono una stagionatura che può durare anche 3 anni.
Durante questo periodo avviene un essiccamento naturale, fase in cui le assicelle vengono accatastate all’aria aperta, dove oltre ad una essiccazione naturale, subiranno una maturazione chimico/fisica grazie alle variazioni climatiche stagionali. E’ proprio durante questa fase che il legno acquisisce le caratteristiche fisiche e aromatiche che consentono una corretta evoluzione del vino nelle fasi di affinamento.

Dopo questa importante fase le assicelle vengono piegate e assemblate da mani esperte, grazie al calore generato da bracieri, utilizzando vapore acqueo e bagno maria per rendere le assicelle più malleabili.
Infine l’ultima fase della lavorazione consiste nella tostatura del legno, nella parte interna del barile che solitamente viene effettuato con bracieri controllati e che portano la temperatura del legno a circa 140gradi. Ciò permette una seconda evoluzione del legno, cioè alla formazione di composti aromatici che verranno rilasciati nel vino durante il periodo di affinamento.

Una volte pronte, le barrique saranno pronte ad accogliere il vino per un periodo di tempo che varia a seconda delle caratteristiche di quest’ultimo. Non tutti i vini sono infatti adatti alla maturazione in legno.

Abbiamo visto tutte le fasi principali che permettono la realizzazione delle barrique, ovviamente questi contenitori dopo il loro utilizzo possono essere sottoposti a trattamenti di lavaggio in modo da poter essere riutilizzati.
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al prossimo video.
ciao!!

Degustazione Verdicchio Fazi Battaglia

Degustazione Verdicchio fazi battaglia

Wine&Food Rec. oggi vi propone un nuovo vino bianco da degustare. Il vino che abbiamo scelto per la nostra recensione è il Verdicchio Dei Castelli di Jesi TITULUS, prodotto da Fazi Battaglia. Normalmente questo vitigno viene vinificato in purezza. #verdicchio #vinobianco #winelover #degustazione

Testo recensione:

Il verdicchio è un vitigno autoctono, a bacca bianca, tipico delle Marche. Le origini sono molto antiche,
e deve il suo nome al colore verdognolo che gli acini conservano anche a piena maturazione.
Normalmente questo vitigno viene vinificato in purezza e coltivato nella zona dei Castelli di Jesi, tra le province di Ancona e Macerata.

Il vino che abbiamo scelto per la nostra recensione è il Verdicchio Dei Castelli di Jesi TITULUS,
prodotto da Fazi battaglia. Il vino è facilmente riconoscibile grazie alla sua particolare bottiglia a forma di anfora,
che è stata proprio inventata da Fazi Battaglia nel 1953. Nell’insieme quindi, il design della bottiglia è particolarmente gradevole,
e colpisce per l’attenzione ai dettagli, come la piccola pergamena legata alla bottiglia,
che contiene al suo interno una breve descrizione del vino in Italiano e in Ingese e, sul retro, una cartina che raffigura i territori di produzione.

Quando si va ad aprire, sotto la capsula dalla forma caratteristica, troviamo un normale tappo di tipo agglomerato.
Questo tipo di chiusura è piuttosto tipica per vini di questa fascia di prezzo. Il tappo non presenta comunque alcun tipo di difetto,
ed ha conservato molto bene il vino all’interno.


Versando il vino nel bicchiere, vediamo un classico colore giallo paglierino, tipico del Verdicchio.
L’intensità del colore non è molto alta, così come la densità. Andando infatti a ruotare il bicchiere,
vediamo come il vino tenda a restare in movimento. Molto buona la trasparenza, nessun tipo di opacità o di indesiderate effervescenze visibili.

Al naso, questo verdicchio sorprende per la sua intensità aromatica. I principali aromi sono floreali,
specialmente rosa, e di frutta esotica come mango e note minerali di cenere.
In bocca è un vino fresco, schietto, la bassa corposità rende questo verdicchio molto piacevole,
anche grazie alla gradazione alcolica di 12,5 che non è eccessiva.
Sul finale resta uno spiccato sentore di mandorla amara e la persistenza in bocca è elevata. Un vino ben bilanciato, nel complesso.

La tecnologia nel settore Alimentare

Tecnologia nel settore alimentare

Introduzione

Il settore alimentare, e nello specifico quello vitivinicolo, offre una varietà decisamente vasta di prodotti, provenienti da aree geografiche differenti e con caratteristiche particolari. Uno dei problemi che si può creare in questo settore è quello di cercare di rendere disponibile tutte le informazioni correlate ad ogni singolo prodotto in maniera semplice e rapida e, conseguentemente, di poter indirizzare il consumatore nella decisione più accurata per l‟acquisto di ciò che più rispecchia le caratteristiche produttive e organolettiche desiderate. Per adempiere a questo tipo di accesso e per l‟accumulo di queste informazioni legati ai singoli lotti di produzione, è stato necessario perfezionare tecnologie già esistenti e utilizzate in altri settori produttivi, permettendo alle aziende di poter avere informazioni di produzione più dettagliate rendendole note tramite piattaforme di uso comune. Ciò è stato maggiormente realizzabile tramite l‟utilizzo degli smartphone di ultima generazione che, utilizzando le applicazioni installate, possono sfruttare le proprie periferiche per poter creare un collegamento e rendendo quindi il prodotto tracciabile. Non solo, le app possono gestire i dati recuperati sullo stesso articolo e, in base alle esigenze specifiche dei clienti, possono quindi indirizzarlo e consigliarlo su un acquisto più intelligente e accurato.

Queste nuove tecnologie permettono alle aziende produttrici di poter accumulare un notevole numero di “Information and Communication Technology” (ICT), cioè informazioni telematiche fondamentali per l‟ufficio marketing che dovranno saperle gestire in modo da poter improntare la propria strategia di mercato, potendo così mirare a un determinato settore con un‟ottimizzazione delle risorse e limitando eventualmente la commercializzazione di prodotti a discapito di altri. In questa maniera è possibile interfacciarsi con nuovi aspetti sistematici gestionali che inducono all‟orientamento di un e-business con continui confronti tra tutte le figure della filiera.